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Alcol, fumo e rischio oncologico

  • Immagine del redattore: Gruppo Sadel
    Gruppo Sadel
  • 15 minuti fa
  • Tempo di lettura: 7 min

Alcol e fumo sono due dei principali nemici della salute e, in particolare, costituiscono fattori di rischio riconosciuti per molte forme di cancro. Vengono spesso citati insieme perché il loro effetto dannoso si somma e, in certi casi, si moltiplica. Affrontiamoli uno per volta e poi consideriamo la loro combinazione, con un occhio di riguardo al tumore al seno ma senza dimenticare gli altri tumori.


L’alcol come cancerogeno: L’etanolo presente nelle bevande alcoliche è stato classificato dalla IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) come agente cancerogeno di gruppo 1, cioè sicuramente cancerogeno per l’uomo. Il consumo di alcol aumenta il rischio di almeno nove tipi di cancro: in primis i tumori delle vie aeree e digerenti superiori (bocca, faringe, laringe, esofago), poi il fegato (favorendo la cirrosi che può evolvere in epatocarcinoma), il colon-retto, la mammella e la colecisti e pancreas. Per alcuni di questi tumori, l’alcol è uno dei maggiori fattori di rischio noti (insieme al fumo, nel caso di bocca/gola/esofago). Ad esempio, circa 1 tumore su 10 negli uomini e 1 su 30 nelle donne in Europa è attribuibile all’alcol. In Italia, si stima che circa il 4% di tutti i decessi per cancro sia dovuto al consumo di alcolici – ovvero quasi 20.000 morti oncologiche l’anno sarebbero evitabili eliminando l’alcol.


Ma come agisce l’alcol nel causare il cancro? I meccanismi principali sono:

  • L’alcol viene metabolizzato nell’organismo in acetaldeide, una sostanza altamente tossica e cancerogena che può danneggiare il DNA delle cellule. Questo avviene soprattutto a livello del fegato e dei tessuti con cui l’alcol entra in contatto (bocca, gola, esofago). Alcune persone hanno varianti genetiche dell’enzima ALDH2 che smaltiscono più lentamente l’acetaldeide, accumulando più danni.

  • L’alcol provoca infiammazione e irritazione cronica: basti pensare all’effetto irritante sulle mucose di bocca e gola, che subiscono microlesioni e uno stato infiammatorio continuo nei bevitori abituali. Ciò può facilitare l’insorgenza di cellule atipiche. Nel fegato, l’abuso porta a steatosi, epatite alcolica e infine cirrosi: in questo terreno infiammato e cicatriziale, il rischio di trasformazione cancerosa è alto.

  • L’alcol può alterare il metabolismo dei folati (vitamine del gruppo B) riducendone l’assorbimento: la carenza di folati è collegata a un maggior rischio di tumori del colon e mammella, poiché i folati sono cruciali per la riparazione del DNA.

  • L’alcol interferisce con l’equilibrio ormonale: uno degli effetti meno noti ma importanti è l’aumento dei livelli di estrogeni circolanti. L’etanolo infatti può elevare la produzione di alcuni ormoni e rendere il fegato meno efficiente nel metabolizzare gli estrogeni. Ciò spiega perché anche piccole quantità di alcol aumentano il rischio di tumore al seno, che è ormono-sensibile. Studi hanno mostrato che consumare regolarmente anche solo 10 grammi di alcol al giorno (circa un bicchiere di vino) si associa a un aumento di circa il 7-10% del rischio relativo di carcinoma mammario. E ogni ulteriore unità alcolica quotidiana aggiuntiva aumenta il rischio di un ulteriore ~7%. Così, chi beve 3-4 bicchieri al giorno accumula un rischio molto più alto (ad esempio +30% o più). In Italia, l’AIOM ha stimato che l’alcol è responsabile di circa 5-6.000 casi l’anno di tumore al seno, pari a circa l’11% delle nuove diagnosi di questa neoplasia. È un dato impressionante e purtroppo sottovalutato: molte donne non sanno che anche bere moderatamente (tipo un aperitivo al giorno) incide sul loro rischio di cancro al seno. L’OMS infatti sottolinea che non esiste una soglia sicura per il consumo di alcol in ottica di prevenzione dei tumori: ogni goccia conta e meno si beve, meglio è. Il consiglio per la prevenzione è quindi astenersi del tutto, anche se le linee guida nazionali ancora parlano di “limiti moderati” (1 unità al giorno per la donna, 2 per l’uomo) che servono più per prevenire danni acuti e altre malattie, ma sul cancro l’ideale sarebbe zero.

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Il fumo di tabacco come cancerogeno: Il fumo è, a livello globale, la principale causa evitabile di cancro. È responsabile di circa un terzo di tutti i decessi oncologiciairc.it. Le sostanze contenute nel fumo di sigaretta (catrame, benzene, nitrosamine, metalli pesanti, ecc.) sono una miscela micidiale: oltre 70 componenti del fumo sono noti cancerogeni. Il bersaglio più colpito è il polmone: il 85-90% dei tumori polmonari insorge in fumatori o ex fumatori. Ma non solo: il fumo aumenta drasticamente il rischio di tumori della bocca, faringe, laringe, esofago(similmente all’alcol, i due spesso agiscono assieme), della vescica e del rene (le sostanze nocive passano nel sangue e vengono filtrate nei reni e concentrati in vescica), del pancreas, dello stomaco, e persino della cervice uterina (il fumo riduce la capacità del sistema immunitario di eliminare l’HPV). Alcuni studi collegano il fumo anche a un aumento di rischio di leucemie acute e cancro del fegato. E che dire del tumore al seno? Il legame fumo-seno è più controverso e meno marcato rispetto ad altri organi, tuttavia evidenze recenti indicano che le fumatrici di lungo corso hanno un rischio di carcinoma mammario leggermente superiore (dell’ordine del +10-20%) rispetto alle non fumatrici. Questo effetto si osserva soprattutto se l’esposizione al fumo avviene giovanissima, prima della prima gravidanza: ciò perché la ghiandola mammaria matura dopo il primo parto e prima è più suscettibile ai danni mutageni. Il fumo contiene composti come gli idrocarburi policiclici aromatici che agiscono da interferenti ormonali e possono favorire la trasformazione maligna nel tessuto mammario. In generale, comunque, la correlazione tra fumo e cancro al seno non è forte come per altri tumori, ma esiste. AIRC cita che il fumo aumenta il rischio di tumore del seno “soprattutto tra le donne più giovani”. Inoltre, fumare durante la terapia per un carcinoma mammario già diagnosticato peggiora gli esiti (le fumatrici operate hanno più recidive e complicanze).


Ma il contributo del fumo al totale dei tumori resta enorme: basti pensare che 9 tumori polmonari su 10 sono dovuti alle sigarette, e che fumare un pacchetto al giorno per anni accresce di decine di volte la probabilità di ammalarsi di cancro al polmone rispetto a un non fumatore. Non c’è da stupirsi se il tumore del polmone è la prima causa di morte oncologica – una malattia in gran parte prevenibile eliminando il tabacco. Anche il fumo passivo è pericoloso: convivere con un fumatore aumenta il rischio di cancro al polmone di circa il 20-30%. E oggi sappiamo che anche le nuove forme di fumo (sigaretta elettronica, tabacco riscaldato) non sono esenti da rischi: molte sostanze tossiche si riducono ma non scompaiono, e gli effetti a lungo termine non sono ancora del tutto noti.


Effetto combinato di alcol e fumo: Quando queste due abitudini coesistono – come spesso accade – i danni non solo si sommano, ma si moltiplicano. L’alcol infatti funge da solvente che facilita l’assorbimento nelle mucose dei cancerogeni del fumo, potenziandone l’effetto. Per esempio, uno studio italiano ha mostrato che il rischio di tumore di bocca e gola per un forte fumatore che consuma anche molto alcol è circa 10 volte maggiore rispetto a chi fa solo una delle due cose. In altri termini, alcol + tabacco insieme sono una combinazione micidiale per i tumori del tratto respiratorio e digerente superiore, molto più di ciascuno da solo. Similmente per il fegato: chi beve pesantemente ed è pure fumatore ha probabilità ben più alte di carcinoma epatico (lo studio citato parla di >10 volte il rischio per chi beve oltre 5 unità al dì e fuma tanto). Questo sinergismo negativo rende particolarmente importante, in ottica di salute pubblica, combatterli entrambi: anche ridurre uno solo dei due riduce in modo significativo i danni.


Prevenzione e messaggi chiave:

  • Per il fumo, l’unica prevenzione è non iniziare oppure smettere il prima possibile. Non esistono “sigarette sicure”: quelle “light” facevano credere di aspirare meno catrame, ma in realtà il fumatore le inala più profondamente compensando. L’unica soglia sicura è zero sigarette. Smettere a qualsiasi età porta benefici: entro 10-15 anni dall’ultima sigaretta il rischio di tumore al polmone si riduce fino a avvicinarsi a quello di un non fumatore (anche se non torna mai identico). E smettere giovane evita anche i danni a lungo termine ad altri organi. Le terapie antifumo (centri dedicati, farmaci sostitutivi, counselling) raddoppiano le chance di successo. Vale la pena tentare più volte finché non si riesce.

  • Per l’alcol, come detto, la raccomandazione più aggiornata è astensione o consumo occasionale minimo. La credenza che “un bicchiere di vino rosso fa bene al cuore” è stata ridimensionata: eventuali benefici cardiovascolari del vino sono superati dai rischi oncologici. Molti medici ormai dicono chiaramente che dal punto di vista del cancro meno alcol è sempre meglio. Se proprio non si vuole rinunciare al brindisi, quantomeno mantenersi sotto le soglie (≤1 drink al giorno per le donne e ≤2 per gli uomini, e non accumulare in un’unica abbuffata nel weekend). E ricordare che in persone con predisposizioni (es. familiarità per tumori ORL o mammari) sarebbe preferibile evitare del tutto.


In conclusione: fumo e alcol rappresentano due fattori di rischio ampiamente evitabili che ancora oggi causano insieme migliaia di morti per cancro. Sono abitudini in qualche modo “normalizzate” (fumare è meno comune di un tempo ma ancora tanti giovani iniziano, bere è socialmente incoraggiato in molte culture), e proprio per questo insidiose. Il messaggio della comunità scientifica è netto: smettere di fumare e limitare drasticamente l’assunzione di bevande alcoliche è una delle cose più efficaci che si possano fare per prevenire il cancro. Vale per tutti, uomini e donne, giovani e meno giovani. Nel caso specifico del tumore al seno, eliminare l’alcol e le sigarette può ridurre una parte di rischio (specialmente l’alcol, che incide non poco). Ma più in generale, chi non fuma e non beve ha molte meno probabilità di sviluppare una lunga lista di neoplasie (oltre che malattie cardiovascolari e altre). Dunque, per prendersi cura di sé, conviene abbandonare il vizio del fumo al più presto e adottare uno stile di vita il più “alcohol-free” possibile. È un investimento in salute che ripagherà con anni di vita in più e in migliore salute.

 
 
 

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