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Prevenzione primaria e secondaria del tumore al seno

  • Immagine del redattore: Gruppo Sadel
    Gruppo Sadel
  • 16 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Il tumore al seno è tra le neoplasie più comuni nelle donne, ma è possibile agire su più fronti per ridurne l’impatto. Prevenzione primaria e prevenzione secondaria sono due strategie complementari, entrambe fondamentali per diminuire i casi di cancro al seno e migliorarne la prognosi.


Prevenzione primaria significa adottare stili di vita sani e altri accorgimenti per cercare di evitare l’insorgenza stessa del tumore. Molti fattori di rischio del tumore mammario sono infatti legati al comportamento. Ad esempio, non fumare (ed evitare il fumo passivo), seguire un’alimentazione equilibrata ricca di vegetali, mantenere un peso corporeo nella norma e svolgere attività fisica regolare sono abitudini che aiutano a proteggere la salute del seno. Anche limitare il consumo di alcol è cruciale: non esiste una quantità di alcol totalmente “sicura” e per le donne gli esperti consigliano di non superare un drink al giorno. Inoltre, alcuni fattori ormonali e riproduttivi possono influire sul rischio: ad esempio l’allattamento al seno prolungato sembra ridurre leggermente la probabilità di sviluppare un tumore mammario. Gli epidemiologi hanno stimato che, seguendo queste indicazioni, si potrebbero evitare fino al 40% dei tumori e circa la metà delle morti per cancro.

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Prevenzione secondaria, invece, significa diagnosi precoce: individuare la malattia quando è ancora in fase iniziale (o persino allo stadio di lesioni precancerose) in modo da trattarla tempestivamente, aumentando le chance di guarigione. Lo strumento principale di prevenzione secondaria per il tumore al seno è lo screening mammografico. In Italia il Servizio Sanitario Nazionale offre la mammografia gratuita ogni due anni alle donne tra 50 e 69 anni (in alcune regioni l’offerta è estesa dai 45 fino ai 74 anni). Individuare un carcinoma in stadio precoce significa poter intervenire con terapie meno invasive e con maggiori probabilità di successo. La partecipazione regolare allo screening in età raccomandata, infatti, può ridurre la mortalità per tumore al seno di circa il 40%.



Oltre alla mammografia, è importante che ogni donna presti attenzione ai segnali del proprio corpo. Imparare a riconoscere eventuali sintomi precoci (come la comparsa di un nodulo, cambiamenti nella forma o nell’aspetto del seno, o secrezioni dal capezzolo) e riferirli subito al medico rientra anch’esso nella diagnosi precoce. In presenza di fattori di rischio significativi (ad esempio una forte familiarità per questo tumore), il medico potrà consigliare controlli più frequenti o esami strumentali aggiuntivi personalizzati.

In sintesi, prevenzione primaria e secondaria lavorano in sinergia. Da un lato uno stile di vita sano riduce la probabilità che il tumore insorga; dall’altro, i programmi di screening permettono di scoprire eventuali tumori in tempo utile per curarli con successo. Agire su entrambi i fronti – adottare buone abitudini quotidiane e aderire agli esami di screening consigliati – è il modo più efficace per proteggere la propria salute dal tumore al seno.

 
 
 

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