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Il tumore al seno maschile: cosa sapere

  • Immagine del redattore: Gruppo Sadel
    Gruppo Sadel
  • 16 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Quando si parla di tumore al seno si pensa quasi esclusivamente alle donne, ma anche gli uomini – sebbene raramente – possono sviluppare questa neoplasia. Il carcinoma della mammella maschile rappresenta circa lo 0,5-1% di tutti i tumori del seno (in Italia circa 500 nuovi casi l’anno). L’incidenza è in leggero aumento anche tra gli uomini, con l’età più a rischio tra i 60 e i 70 anni.



Il tumore al seno è meno frequente negli uomini principalmente perché il tessuto mammario maschile è molto scarso e poco stimolato dagli ormoni femminili. Tuttavia, una piccola quantità di tessuto mammario è presente anche nei maschi e può dare origine a cellule tumorali. I principali fattori di rischio includono l’età avanzata, una forte predisposizione genetica o familiare e condizioni che alterano l’equilibrio ormonale. In circa il 5-10% dei casi è coinvolta una mutazione ereditaria nei geni BRCA (in particolare BRCA2). Un uomo con parenti stretti colpiti da tumore al seno o all’ovaio – soprattutto se sono state riscontrate mutazioni BRCA in famiglia – presenta un rischio aumentato rispetto alla media. Anche squilibri ormonali e metabolici che innalzano i livelli di estrogeni nell’uomo possono favorire la malattia: ad esempio alcune patologie dei testicoli, terapie ormonali (come quelle per il tumore della prostata), l’obesità (che aumenta la produzione di ormoni femminili) e l’abuso di alcol (che danneggiando il fegato riduce lo smaltimento degli estrogeni) sono condizioni associate a un rischio maggiore di tumore mammario maschile.


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I sintomi del tumore al seno nell’uomo sono simili a quelli nelle donne. Spesso il primo segno è un nodulo duro e indolore sotto o vicino al capezzolo, percepibile al tatto o visibile a occhio nudo. Possono inoltre presentarsi cambiamenti nell’aspetto della pelle del seno (ad esempio arrossamento, retrazione o ispessimento cutaneo) oppure alterazioni del capezzolo (capezzolo retratto verso l’interno o secrezioni di liquido dal capezzolo). Tutti questi segnali vanno valutati con attenzione.


Purtroppo molti uomini tendono a sottovalutare un nodulo o un’anomalia al petto, rimandando la visita medica per imbarazzo o perché credono che il tumore al seno sia un problema esclusivamente femminile. Questo atteggiamento può portare a diagnosi tardive. È invece fondamentale non ignorare alcun cambiamento sospetto e rivolgersi subito al medico. La diagnosi nell’uomo è, in un certo senso, facilitata dalla minore quantità di tessuto mammario (un nodulo, se presente, è più facilmente individuabile al tatto), ma ciò serve a poco se il problema viene trascurato a lungo.

Dal punto di vista della prevenzione, non esiste un programma di screening (es. mammografia) per la popolazione maschile generale – il tumore al seno nell’uomo è troppo raro per giustificare controlli periodici estesi a tutti.


Tuttavia, negli uomini con forte familiarità per tumori mammari (specie in presenza di mutazioni BRCA note) è consigliabile una valutazione specialistica e genetica. Può essere indicato effettuare un test genetico per individuare eventuali mutazioni: ad esempio, una mutazione in BRCA2 aumenta notevolmente il rischio di ammalarsi. Gli uomini portatori di tali mutazioni vanno seguiti con programmi di sorveglianza personalizzati. Per tutti gli altri, la parola d’ordine è consapevolezza: sapere che, seppur raro, il tumore al seno può colpire anche gli uomini e rivolgersi al medico di fronte a qualsiasi anomalia del proprio seno.

 
 
 

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