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Fattori di rischio non modificabili: età, genere e predisposizione genetica

  • Immagine del redattore: Gruppo Sadel
    Gruppo Sadel
  • 16 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

Accanto ai fattori di rischio su cui possiamo intervenire (dieta, esercizio fisico, ecc.), ne esistono altri che non sono modificabili ma che influiscono sulla probabilità di sviluppare un tumore al seno. Tra questi vi sono principalmente l’età, il genere e la predisposizione genetica/familiare. Conoscerli è importante perché permette di identificare le persone a rischio più elevato, da sottoporre a sorveglianza più attenta e misure preventive mirate.

Il fattore di rischio non modificabile più evidente è il sesso femminile. Il tumore al seno riguarda quasi esclusivamente le donne: oltre il 99% dei casi si verifica nel sesso femminile, mentre meno dell’1% colpisce gli uomini.


Essere donna è quindi di per sé il principale fattore predisponente per questa malattia. La ragione risiede nella biologia: le donne possiedono una ghiandola mammaria sviluppata e sono esposte per anni agli ormoni femminili (estrogeni e progesterone) che stimolano la proliferazione delle cellule del seno, mentre gli uomini hanno pochissimo tessuto mammario e livelli minimi di estrogeni. Di conseguenza, negli uomini il tumore del seno è evento rarissimo.

Un altro fattore non modificabile rilevante è l’età. Il rischio di cancro al seno aumenta con l’avanzare degli anni. La malattia è possibile anche in donne giovani, ma è decisamente più comune dopo i 50 anni.


La maggior parte dei tumori del seno, infatti, viene diagnosticata in donne in post-menopausa. L’incidenza cresce progressivamente a partire dalla mezza età, raggiungendo il picco attorno ai 60-70 anni. Naturalmente l’età non è un elemento su cui possiamo intervenire: è però un indicatore importante per orientare le strategie di prevenzione (non a caso i programmi di screening mammografico iniziano a 50 anni, quando il rischio diventa più consistente) e per ricordare alle donne mature di non trascurare i controlli clinici.

Infine, la predisposizione genetica ed ereditaria gioca un ruolo in una minoranza di casi, ma significativo. Si stima che circa il 5-10% dei tumori al seno abbia un forte legame familiare/genetico.


n altre parole, in circa una donna su 10 la malattia è favorita dalla presenza di mutazioni genetiche ereditarie o da una storia familiare di tumori mammari/ovarici. Le mutazioni più frequentemente coinvolte sono quelle nei geni BRCA1 e BRCA2, che aumentano notevolmente il rischio di sviluppare il carcinoma mammario e alcuni altri tumori (in particolare l’ovaio).

Una donna portatrice di una di queste mutazioni può avere, nell’arco della vita, una probabilità di ammalarsi di tumore al seno elevatissima – fino al 60-70% in certi casi – rispetto a circa il 10% di rischio medio nella popolazione generale.

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Ciò non significa che tutte le donne con mutazioni si ammaleranno, né che chi non ha mutazioni sia “al sicuro” al 100%. Tuttavia, l’ereditarietà è un fattore cruciale da riconoscere: la presenza di una forte familiarità (ad esempio madre o sorelle con tumore al seno in giovane età) o la scoperta di mutazioni BRCA permette di attuare misure di prevenzione secondaria personalizzate. Queste possono includere controlli clinico-strumentali anticipati e più frequenti, test genetici mirati per i familiari, e in alcuni casi strategie preventive come la chirurgia profilattica o terapie farmacologiche per ridurre il rischio.

In sintesi, età, genere e patrimonio genetico sono fattori intrinseci che non possiamo cambiare. Essere una donna, soprattutto se non più giovanissima o con una predisposizione familiare, comporta un rischio più alto di tumore al seno rispetto a una giovane o a chi non ha familiarità. Sebbene non possiamo agire su questi elementi, è fondamentale esserne consapevoli: ciò consente di pianificare controlli adeguati (come lo screening e la sorveglianza genetica) e di intervenire prontamente qualora compaiano segni sospetti. La conoscenza del proprio rischio aiuta quindi a “giocare d’anticipo” sul tumore al seno, anche se i fattori scatenanti in sé non sono modificabili.


 
 
 

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