L’orticaria è una delle manifestazioni cutanee più frequenti e si caratterizza dall’insorgenza di pomfi rosei o bianchi di differenti dimensioni che provocano prurito. Approfondiamo questo argomento capendo meglio le cause, la diagnosi e i trattamenti
Chi è più soggetto all’orticaria?
I pazienti affetti da allergie sono soggetti con maggiore rischio a manifestare orticaria.
L’orticaria può colpire qualsiasi sede della superficie corporea e i pomfi possono variare di dimensione, forma e numero.
Ogni pomfo dura circa 24 ore ma il decorso della patologia varia a seconda del paziente.
Si può associare l’orticaria all’angioedema e crampi addominali.
L’orticaria si può suddividere in:
Orticaria acuta: ha una durata massima di sei settimane ed è causata da una reazione allergica;
Orticaria cronica: può durare per anni ed è dovuta a una causa autoimmune.
Quali sono le cause dell’orticaria?
Le cause dell’orticaria acuta, che rappresenta il 70% degli episodi, includono:
Allergia agli alimenti come latte, cioccolata, uova, frutta a guscio, pesce e molluschi;
Assunzione di farmaci antibiotici e antinfiammatori;
Altri allergeni tra cui punture d’insetto, lattice, forfora degli animali e polline;
Fattori fisici quali esercizio fisico, caldo o freddo, luce solare.
Invece, l’orticaria cronica è causata da malattie autoimmuni come:
Lupus
Artrite reumatoide
Malattie della tiroide
Celiachia
Epatite
Parassiti intestinali
Linfoma
Carcinoma polmonare

Come avviene la diagnosi?
Il trattamento per l’orticaria si può determinare solo una volta aver diagnosticato i fattori scatenanti attraverso un’accurata anamnesi ed eventuali testi di laboratorio come:
Test allergologici
Esame emocromocitometrico completo
VES o velocità di sedimentazione degli eritrociti
Esame delle feci
Test della tiroide
Test della funzionalità epatica
Biopsia cutanea
Quali trattamenti vengono impiegati per l’orticaria?
Generalmente, l’orticaria non richiede alcun trattamento, dato che i sintomi sono lievi e si risolvono in autonomia.
Tuttavia, quando ciò non accade, bisogna ricorrere agli antistaminici oppure, nei casi più gravi, corticosteroidi.
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