La tiroide è una ghiandola endocrina posta nella regione anteriore del collo, davanti alla trachea, il cui ruolo è quello di produrre alcuni particolari ormoni, detti appunto ormoni tiroidei. Questi rivestono un ruolo di primo piano nel corretto funzionamento dell’organismo, in particolare nella regolazione delle funzioni metaboliche: favoriscono l’accrescimento corporeo e lo sviluppo del sistema nervoso del feto e del bambino consentendone il corretto sviluppo psicofisico, regolano la temperatura corporea e il metabolismo lipidico, contribuiscono al buon funzionamento del sistema cardiovascolare, del metabolismo basale e alla regolarità del sonno. Non sempre però la tiroide funziona correttamente. Di patologie tiroidee ne esistono diverse: vediamole insieme! Le malattie della tiroide Le patologie tiroidee sono di frequente riscontro nella popolazione, soprattutto nelle donne in cui sono da 5 a 10 volte più frequenti rispetto agli uomini, con un trend in continua crescita negli ultimi anni. Spesso, inoltre, queste patologie si manifestano in assenza di sintomi o con sintomi aspecifici per cui la loro corretta identificazione non è sempre facile. È necessario che il percorso diagnostico inizi dal medico di medicina generale che, di fronte a un sospetto clinico, consigli al paziente una valutazione iniziale della salute tiroidea e invii successivamente il paziente da un endocrinologo in caso di esami alterati. Le malattie della tiroide possono essere legate a un’alterazione della sua funzione (ipotiroidismo o ipertiroidismo), oppure alla comparsa di formazioni all’interno della ghiandola che prendono il nome di noduli. Vediamo insieme le principali patologie tiroidee.
Ipotiroidismo
L’ipotiroidismo è una disfunzione della tiroide caratterizzata da un’insufficiente produzione di ormoni tiroidei. Questa condizione determina un rallentamento dei processi metabolici dell’organismo che in una fase iniziale non si manifesta con sintomi evidenti ma, se non trattata, può comportare conseguenze serie per la salute.
Per diagnosticare una condizione di ipotiroidismo, anche in una fase precoce, sono sufficienti dei semplici esami del sangue che andranno a valutare i livelli di ormoni tiroidei (FT4, FT3) e i livelli di TSH. A titolo complementare, e in particolar modo in presenza di condizioni autoimmuni alla base, il medico potrebbe prescrivere un’ecografia della tiroidee un dosaggio nel sangue degli anticorpi anti-tiroide (anticorpi anti tireoglobulina e anti tireoperossidasi). La forma più comune di ipotiroidismo è infatti di origine autoimmune e prende il nome di Tirodite di Hashimoto.
Ipertiroidismo
L’ipertiroidismo è una disfunzione tiroidea associata a un eccesso in circolo di ormoni tiroidei, con inevitabili conseguenze sul metabolismo. Questa condizione determina, infatti, un’impropria accelerazione dei processi metabolici dell’organismo, con potenziali ripercussioni su diversi distretti corporei, tra cui la funzione cardiaca e il metabolismo osseo.
La diagnosi richiede in genere una visita specialistica endocrinologica, durante la quale il medico raccoglie un’anamnesi accurata del paziente valutandone storia clinica e sintomatologia, e svolge un esame fisico accurato per valutare eventuali segni o sintomi caratteristici. In genere viene prescritto un esame del sangue per valutare la funzionalità tiroidea (dosaggio degli ormoni TSH, FT3, T4) e per valutare la presenza di patologia autoimmune (dosaggio degli anticorpi anti-tireoglobulina, anticorpi anti-tireoperossidasi, anticorpi anti-recettore del TSH). A titolo complementare, il medico può eventualmente prescrivere se necessario un’ecografia e una scintigrafia della tiroide.
Gozzo
Il gozzo è un ingrossamento della tiroide, ovvero un aumento del suo volume.
Spesso, anche se non in via esclusiva, il gozzo può dipendere da una carenza di iodio. A tal proposito va ricordato che il nostro Paese presenta a livello endemico una carenza lieve/moderata di iodio (si parla di endemia gozzigena).
Anche il consumo in quantità estremamente elevate di alcuni alimenti, detti per questo gozzigeni (come cavoli, cavolfiori e altri vegetali appartenenti alle brassicacee), può favorirne lo sviluppo.
Noduli alla tiroide
I noduli sono formazioni solide che si sviluppano all’interno della tiroide, Solitamente si tratta di formazioni benigne (le forme maligne rappresentano solo il 3-5% dei casi). I noduli sono anche la condizione tiroidea più frequente secondo l’Istituto Superiore di Sanità; dopo i 50 anni, infatti, vengono rilevati con l’ecografia noduli in più del 30-40% della popolazione.
Se pensi di avere un problema che riguarda la tua tiroide, effettua tutte le analisi del caso e rivolgiti al tuo medico!
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