top of page
Cerca
  • Immagine del redattoreGruppo Sadel

AMEBIASI

L’amebiasi è una malattia che colpisce l’intestino crasso, provocata dal protozoo Entamoeba histolytica, che ha ricevuto il suo nome nel 1903 dal biologo tedesco Fritz Schaudinn, a causa della sua capacità di danneggiare i tessuti (lisi). L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che siano circa 50 milioni le persone al mondo infettate dal protozoo.

CAUSE

L’infezione è causata da un protozoo intestinale, l’Entamoeba hystolitica, che si presenta in natura in due forme:

  • La ciste, forma dormiente che permette all’ameba di sopravvivere in condizioni estreme (come quelle di estrema acidità dello stomaco) e in cui infetta l’organismo ospite;

  • Il trofozoita, la forma attiva in cui l’ameba, arrivata nell’intestino, riprende le funzioni vitali come alimentazione e movimento e in cui può causare la malattia.

Si è stimato per lungo tempo che circa il 10% della popolazione mondiale fosse infetta da Entamoeba hystolitica, ma in realtà la quasi totalità dei casi (90%) sono dovuti ad altre specie meno pericolose. Siamo infatti a conoscenza di quattro specie di Entamoeba morfologicamente identiche:

  • E. histolytica (patogena)

  • E. dispar (colonizzatore innocuo, molto comune)

  • E. moshkovskii (meno comune, patogenicità incerta)

  • E. bangladeshi (meno comune, patogenicità incerta)

L’E. hystolitica può convivere con l’ospite, ricevendone i nutrienti necessari alla sua sopravvivenza senza provocare danni (commensalismo), oppure può invadere i tessuti causando infezioni intestinali o extra-intestinali e, quindi, la malattia. Le infezioni asintomatiche sono le più comuni, ma possono dare origine a problemi di salute in circostanze particolari, come in presenza di altre malattie o di stati di immunodepressione.

L'infezione da E. histolytica è multifattoriale e dipende dall'interazione tra l'ameba, l'ospite e il microbiota o microrganismi patogeni. Sono state ottenute molte informazioni sui fattori di virulenza, sul metabolismo e sui meccanismi di patogenicità di questo parassita. Si sa tuttavia meno sulla sua relazione con l'ospite durante le diverse fasi della malattia.

TRASMISSIONE

La trasmissione avviene nella maggior parte dei casi per ingestione di acqua o cibo su cui sono presenti cisti mature, ma è anche possibile la trasmissione per via sessuale in seguito a contatti orali-anali ed oro-genitali.

Le mosche domestiche possono essere dei vettori, capaci di trasportare le cisti conservandole persino nel loro intestino.

2 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
Post: Blog2_Post
bottom of page