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Osteoporosi

  • Immagine del redattore: Gruppo Sadel
    Gruppo Sadel
  • 27 feb
  • Tempo di lettura: 3 min

L’osteoporosi è una patologia dello scheletro caratterizzata da ossa più fragili e sottili, con un aumentato rischio di fratture anche a seguito di traumi lievi. Si tratta di una condizione molto comune nelle persone anziane, specialmente nelle donne dopo la menopausa (in Italia si stima che interessi circa 5 milioni di persone, di cui oltre l’80% donne in post-menopausa). Scoprire di avere l’osteoporosi può spaventare, perché evoca il timore di fratturarsi facilmente, ma è importante sapere che esistono oggi molte strategie per rafforzare le ossa e prevenire le fratture. In questa sezione spiegheremo cos'è esattamente l’osteoporosi, perché insorge, come riconoscerla e quali trattamenti e misure preventive sono disponibili, così da affrontarla con consapevolezza e serenità.


L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata da riduzione della massa ossea e alterazione della micro-architettura del tessuto osseo, che diventa più poroso e meno resistente. In pratica, l’osso perde densità minerale e struttura, quindi sotto carichi che prima reggeva bene ora può cedere. Esistono due forme principali di osteoporosi: quella primaria, legata all’invecchiamento (include l’osteoporosi post-menopausale dovuta alla carenza di estrogeni e l’osteoporosi senile dell’anziano) e quella secondaria, causata da altre condizioni (malattie endocrine come ipertiroidismo, uso prolungato di cortisone, malassorbimento intestinale, ecc.).

La forma più comune è la primaria: con l’età è normale perdere un po’ di tessuto osseo, ma in alcune persone la perdita è eccessiva. Nelle donne, la menopausa rappresenta un momento critico perché il calo degli estrogeni accelera la perdita di massa ossea. Fattori di rischio noti per l’osteoporosi includono: familiarità (avere parenti stretti con osteoporosi o fratture vertebrali/femorali), magrezza costituzionale (le persone molto esili hanno di base ossa più fragili), dieta povera di calcio e vitamina D, sedentarietà, fumo e abuso di alcol, menopausa precoce o amenorrea prolungata in gioventù (es. atlete con ciclo assente). Anche alcune malattie croniche (come l’artrite reumatoide) o terapie (cortisonici a lungo termine) possono indebolire le ossa.


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L’osteoporosi è spesso asintomatica finché non si verifica una frattura – per questo viene chiamata anche il “ladro silenzioso delle ossa”. Non ci sono dolori specifici che segnalino la riduzione di densità ossea. Il primo campanello d’allarme può essere proprio una frattura “esagerata” rispetto al trauma: ad esempio rompersi un polso cadendo da in piedi, o fratturarsi una vertebra semplicemente sollevando un peso modesto o dopo un piccolo inciampo. Le sedi più frequenti di fratture osteoporotiche sono le vertebre (cedimenti vertebrali spesso a livello dorsale e lombare), il femore (la frattura del collo del femore nell’anziano) e il polso (frattura del radio). Le fratture vertebrali possono manifestarsi con dolore acuto alla schiena e progressiva riduzione di statura o incurvamento del dorso (gibbo,la“gobba” da osteoporosi). In generale, qualunque persona di più di 50 anni che riporti una frattura dopo un trauma lieve andrebbe valutata per osteoporosi. La diagnosi si basa principalmente su un esame strumentale chiamato densitometria ossea (o MOC, Mineralometria Ossea Computerizzata).


È un esame semplice e indolore che, attraverso raggi X a basso dosaggio, misura la densità minerale dell’osso in punti strategici (solitamente femore e vertebre lombari) e la confronta con valori di riferimento: se la densità è significativamente inferiore al normale, si diagnostica l’osteoporosi. La densitometria è raccomandata nelle donne dopo la menopausa con fattori di rischio o età >65 anni, e negli uomini sopra i 70 o prima se a rischio. Oltre alla densitometria, il medico può richiedere esami del sangue per valutare i livelli di calcio, vitamina D, ormoni tiroidei e altri indicatori, così da escludere cause secondarie e capire se l’osso è in fase attiva di riassorbimento. Identificare precocemente l’osteoporosi è importante per iniziare terapie che riducano il rischio di fratture future.


Con l’osteoporosi si può convivere mantenendo una vita attiva e soddisfacente. Non abbiate timore di muovervi: spesso chi scopre di avere le ossa fragili tende a ridurre l’attività per paura di fratturarsi, ma l’inattività peggiora la situazione. Seguiti dal medico, è invece utile fare esercizi adatti e mantenere i muscoli tonici (i muscoli proteggono le ossa!). Assumete con costanza gli integratori o i farmaci prescritti: l’osteoporosi non dà sintomi immediati, quindi viene la tentazione di trascurare la terapia, ma i benefici in termini di prevenzione delle fratture valgono l’impegno. Tenete a portata di mano un elenco degli alimenti ricchi di calcio e cercate di includerli ogni giorno nei pasti; se siete al sole, esponete viso e braccia per 10-15 minuti (quando possibile) per favorire la sintesi di vitamina D, ma proteggetevi dai raggi UV e non esagerate. Infine, non esitate a parlare con il vostro medico di eventuali timori o dubbi: esistono associazioni di pazienti osteoporotici e programmi educativi che aiutano a capire come gestire al meglio la propria condizione. Con attenzione, consapevolezza e le terapie giuste, molte persone con osteoporosi non subiranno mai fratture o comunque potranno evitare le conseguenze più severe della malattia, continuando a fare le cose che amano in sicurezza.



 
 
 

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