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Immagine del redattoreGruppo Sadel

Perché i tumori colpiscono più gli uomini delle donne?

La parola “cancro” comprende almeno duecento malattie diverse. In principio un cancro può colpire chiunque, anche se alcuni gruppi o categorie di persone possono essere più suscettibili di altri a seconda dei fattori di rischio a cui sono esposti. Alcuni fattori di rischio, come l’ambiente, le abitudini e i comportamenti, possono essere modificati, mentre per altri, come l’età e il patrimonio genetico, non è possibile intervenire. Il fatto che i fattori di rischio siano distribuiti non ugualmente nella popolazione fa sì che, per esempio, i tumori associati ai prodotti del tabacco siano più comuni tra i fumatori, o che l’incidenza dei tumori aumenti con l’età. Vi sono tuttavia associazioni tra cancro e popolazione che sono meno immediate da cogliere. Per esempio, analizzando l’incidenza e la mortalità tumorali in associazione al sesso, c’è un dato ricorrente: i tipi di cancro che possono colpire entrambi i sessi, di frequente colpiscono di più gli uomini. Si tratta di un’associazione costante praticamente per tutti i tipi di tumore, con pochissime eccezioni, come il tumore della tiroide, quello della colecisti e quello del pancreas, più frequenti nelle donne. Su oltre 18 milioni di casi nel mondo diagnosticati per 36 diversi tipi di cancro nel 2020 (esclusi i tumori della pelle non melanomi), l’incidenza è stata maggiore negli uomini, con 9,3 milioni di casi contro 8,8 milioni nelle donne. Sono più numerose tra gli uomini anche le morti per cancro: 5,4 milioni sempre nello stesso periodo, un milione in più rispetto a quelle registrate tra le donne (dati Globocan 2020). La fotografia è globale e non tiene conto delle numerose differenze a livello dei singoli Paesi. Tuttavia, anche quando si passano in rassegna i dati relativi al nostro Paese la tendenza rimane invariata. Si stima che nel 2021 in Italia i tumori abbiano causato la morte di circa 100.000 uomini, quasi 20.000 in più rispetto alle donne. Secondo le stime, inoltre, sempre restando in Italia, un uomo su due e una donna su tre si ammalano di tumore durante la loro vita.

Perché il cancro sembra colpire di più gli uomini?

La domanda ha più di una risposta. Innanzitutto i due tipi di tumori che vengono diagnosticati con più frequenza nei due sessi, rispettivamente il tumore della mammella nelle donne e quello del polmone negli uomini, hanno prognosi molto diverse, più favorevoli per il cancro del seno, e questa differenza può spiegare in parte la maggiore mortalità osservata negli uomini. Ma non si tratta solo di questo. Da tempo nella letteratura scientifica si trovano i risultati di studi che hanno analizzato questa discrepanza, nei numeri del cancro, che è associata al sesso. Tra gli indizi individuati dagli scienziati vi sono abitudini, comportamenti, componenti biologiche e questioni di genere. Una delle ipotesi più diffuse per spiegare la maggiore incidenza e mortalità di tumori negli uomini è il fatto che, almeno storicamente, essi siano stati esposti più delle donne a fattori di rischio ambientali, come il fumo o i raggi ultravioletti. Anche per quanto riguarda l’alimentazione e il consumo di alcol, gli uomini sono meno virtuosi delle donne: mangiano meno porzioni di frutta e verdura e bevono di più, come confermano i dati raccolti dalla sorveglianza Passi (le indagini a campione e le informazioni raccolte dall’Istituto superiore di sanità sulla popolazione italiana adulta in merito agli stili di vita e ai fattori di rischio comportamentali connessi all’insorgenza delle malattie croniche non trasmissibili). Lo stesso si può dire dell’esposizione agli inquinanti ambientali per motivi professionali. Non tutti questi fattori hanno però lo stesso peso per l’incidenza e la mortalità da cancro – per esempio, gli effetti dell’alcol sono maggiori rispetto a quelli dell’esposizione al sole. Ciascuno sembra tuttavia avere un ruolo importante nello spiegare la maggiore suscettibilità maschile ai tumori. Lo sbilanciamento nei fattori di rischio è ben documentato, al punto che, se si potessero eliminare fumo e alcol e riequilibrare diete sbilanciate, è stato calcolato che le morti evitabili sarebbero molte di più negli uomini che nelle donne. La differenza di incidenza tra uomini e donne potrebbe dipendere anche da alcune caratteristiche biologiche, oltre che da fattori di rischio modificabili. In questo senso vanno per esempio i risultati ottenuti da epidemiologi del National Cancer Institute americano, pubblicati ad agosto 2022 sulla rivista Cancer, anche se i ricercatori non sono ancora riusciti a stabilire il contributo quantitativo di tali fattori.




Di che differenze si tratta?

Alcuni meccanismi fisiologici, del sistema immunitario e dei geni funzionano diversamente nei maschi rispetto alle femmine. Il sistema immunitario è generalmente più attivo nelle donne che negli uomini (sebbene proprio per questo le donne siano più suscettibili alle malattie autoimmuni). Anche se la ricerca su possibili predisposizioni genetiche in grado di influenzare la suscettibilità al cancro è una disciplina piuttosto giovane, i risultati di uno studio di ricercatori del MIT e di Harvard, pubblicati nel 2016 sulla rivista Nature Genetics, hanno mostrato che la presenza di due cromosomi X nelle donne, anziché uno negli uomini, potrebbe essere un fattore protettivo contro i tumori. I ricercatori avevano infatti osservato che alcuni geni localizzati sul cromosoma X, quando sono mutati, contribuiscono allo sviluppo del cancro. Le donne, avendo due copie di tali geni, sarebbero più protette dalla probabilità di subirvi mutazioni rispetto agli uomini che ne hanno una sola. L’effetto protettivo si manterrebbe nonostante il meccanismo di silenziamento genico che colpisce uno dei due cromosomi X (la cosiddetta inattivazione del cromosoma X). Inoltre potrebbero avere un ruolo altre caratteristiche maggiormente “visibili”. L’altezza, per esempio – generalmente maggiore negli uomini –, aumenterebbe il numero di cellule che possono diventare cancerose. I risultati di alcuni studi, infine, suggeriscono che le donne aderiscano più degli uomini ai programmi di screening, e soprattutto che siano più attente alla propria salute rispetto alla controparte maschile, grazie anche alle molteplici campagne di prevenzione e sensibilizzazione rivolte al pubblico femminile.




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