L'ipertrofia prostatica benigna è una malattia caratterizzata da una proliferazione del tessuto prostatico. Quest'alterazione è molto frequente ed accompagna il normale processo di invecchiamento.
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Con l'avanzare dell'età, infatti, la ghiandola tende spontaneamente a modificare il proprio volume, per effetto di variazioni ormonali che si verificano nel testicolo (diminuisce la produzione di androgeni e inizia il rilascio di piccole quantità di ormoni estrogeni) e dell'azione di numerosi fattori di crescita. Il risultato è fondamentalmente caratterizzato dall'ingrossamento della prostata che può comprimere l'uretra e creare problemi nel passaggio dell'urina, tanto che il soggetto deve aumentare la pressione necessaria per svuotare la vescica.
Altri sintomi urinari piuttosto indicativi dell'iperplasia prostatica benigna sono:
L'urgenza e la frequenza dello stimolo diurno e notturno alla minzione;
Il bruciore durante e dopo la minzione percepito a livello del pene;
La debolezza del getto urinario;
Il senso di svuotamento vescicale incompleto.
Il medico, dopo aver confermato la diagnosi con una visita ed alcuni esami clinici mirati, può indicare, a secondo delle varie situazioni, un trattamento farmacologico o chirurgico.
Tumore della prostata
Il tumore della prostata è una delle più comuni neoplasie tra la popolazione maschile. È raramente riscontrato prima dei 40 anni, essendovi un incremento dell'incidenza direttamente correlato con l'aumentare dell'età.
Le cause del tumore alla prostata non sono ancora del tutto chiare: alla base vi è una mutazione delle cellule, che determina una loro proliferazione anomala ed incontrollata. Tuttavia, sono stati individuati alcuni fattori di rischio ed alcune condizioni che ne aumentano la probabilità di insorgenza, tra cui rientrano la familiarità e l'età. La probabilità di ammalarsi sembra possa aumentare anche in presenza di alcune condizioni, come:
Infiammazioni della prostata croniche o ricorrenti;
Elevati valori di ormoni maschili;
Fumo;
Obesità;
Alimentazione ricca di grassi animali.
Il tumore della prostata comprende una varietà di forme, da quelle a crescita molto lenta, che possono non provocare disturbi nell'arco della vita, ad altre forme più aggressive, che invece crescono rapidamente. Proprio queste ultime, le cosiddette forme maligne, sono le neoplasie più pericolose, soprattutto per il fatto che possono diffondersi al di fuori della ghiandola sfruttando il sangue ed il sistema linfatico. I tumori maligni hanno quindi il potenziale di dare origine alla diffusione del cancro in altri parti dell'organismo, cioè possono determinare l'insorgenza di metastasi. I tumori maligni sono rappresentati nella quasi totalità dei casi dal carcinomaprostatico.
Il tumore della prostata è una patologia, talvolta, complicata da individuare, perché nelle fasi iniziali può non associarsi a disturbi o a fastidi particolari. Quando i sintomi sono presenti, possono essere confusi con quelli derivanti dall'iperplasia prostatica benigna o dalla prostatite, in quanto molto simili. Il paziente può manifestare un aumento della frequenza delle minzioni, sia diurne che notturne, difficoltà ad iniziare la minzione, sensazione di incompleto svuotamento della vescica, bruciori e difficoltà nell'avere un'erezione. Questi disturbi, però, sono associati alla presenza di un tumore, quando è già in fase localmente avanzata.
In tutti i casi, la presenza e la persistenza anche solo di alcuni di questi sintomi, deve indurre il paziente ad effettuare una visita urologica per stabilire una diagnosi corretta e intraprendere le cure più adeguate al caso.
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